La crisi economico-finanziaria che pesa sulla società e causa scarsità di capitali circolanti, di investimenti da parte delle aziende, di lavoro mi spinge a verificare perchè maturano in un ente locale come la Provincia di Udine oltre 150 milioni di residui passivi, cioè fondi stanziati e non pagati verso soggetti pubblici e privati. Molti sono soldi destinati a realizzare opere pubbliche che se investiti darebbero lavoro alle aziende del territorio. Il tema dei residui passivi è stato da me affrontato più volte in Consiglio provinciale , ma non si è realizzata quella diminuzione auspicata che nasce o dall’avanzamento delle opere o da una diversa regolamentazione dei trasferimenti dei fondi. Ho preso in esame due casi finanziati con Legge Regionale: la realizzazione di ecopiazzole LR 5/97 e interventi per raccolta differenziata rifiuti, ex LR 30/87, che hanno nel rendiconto della Provincia di Udine valori significativi circa 5 milioni di euro. Nel caso della LR 5 ci sono ancora concessioni non liquidate che risalgono al 1997, da quella data sono stati liquidati in totale 196.000 euro a fronte di contributi finanziati per 1.355.000. Per la LR 30/87 dal 2002 sono stati liquidati 224.965 euro su contributi concessi con fondi per 2.965.000 euro. I dati dicono tutto. A questo punto il Presidente Fontanini e l’Assessore Decorte devono spiegare perchè si aspetta tanto a correggere queste situazioni, dato che si tratta di opere facilmente cantierabili. Dipende da come la Provincia regolamenta la concessione dei fondi, da come verifica la velocità degli iter burocratici interni, da come e quando controlla e sanziona i comuni che ricevono i fondi e non li investono, dalle convocazioni dei servizi. Vanno stabiliti tempi certi di realizzazione, vanno finanziate solo le opere progettate. Uno dei problemi più gravi consiste nella modalità stabilita dalla Regione e dalla Provincia nel trasferimento dei fondi ai Comuni, legati a precise leggi finanziate una ad una, con quale programmazione? Quali sono le necessità? La burocrazia e i passaggi tra Regione, Province e Comuni sono farraginosi. Serve una legge regionale che trasferisca i fondi direttamente ai Sindaci in base a parametri certi e siano poi questi a decidere quali opere devono essere realizzate nei tempi stabiliti. Questo pessimo sistema di distribuire fondi ha creato nel nostro paese paradossi incredibili tra fondi fermi e piccole e grandi opere realizzate a metà o mai partite, anche nella nostra regione, ad esempio un bacino portuale nella ZI Aussa Corno aspetta da 10 anni i fondi governativi perchè si scavi il canale che porti l’acqua alle banchine desolatamente vuote.
Paola Schiratti
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