I politici friulani non devono temere di sentirsi turbati o provocati dalle opere degli artisti, neppure dai Dieci comandamenti di Keith Haring. Non ha senso annullare mostre di nessun tipo, a maggior ragione se si tratta di artisti di grande spessore, come Haring le cui opere sono esposte anche in Italia e in Europa. Molto spesso nel nostro paese capita che i politici si intromettano in campi su cui non hanno competenze, è successo in ambito medico alcuni anni fa, capita spesso nel campo artistico e culturale. Adesso tocca ad Haring. Al cospetto delle sue opere gli assessori Mattiussi e Molinaro si turbano e si sentono provocati. Ma turbare e spesso provocare è la funzione dei grandi artisti, della grande arte per far riflettere, per suscitare ripensamenti, sviluppare idee, avviare nuovi percorsi. I politici dovrebbero avere contezza dello sguardo profondo degli artisti che vedono lontano, che colgono aspetti della società e del vivere che agli altri sfuggono. Montale, Pasolini, Siascia hanno trasmesso messaggi fondamentali. Oggi In Friuli abbiamo la grande fortuna di avere Pierluigi Cappello, poeta che ci sa collocare nello scenario nazionale ed europeo. A questo serve l’arte, ad andare al fondo del nostro vivere umano e civile, ai politici spetta conoscere l’arte e gli artisti, comprenderne i messaggi, conoscere la società in cui operano e mediare per trovare le soluzioni adatte a rendere migliori le condizioni di vita degli uomini e delle donne che governano. Il pubblico della nostra regione è senz’altro in grado di valutare le opere del grande artista americano che lancia un messaggio universale, se la mostra non si dovesse tenere defrauderemmo i nostri cittadini di un’importate esperienza estetica e intellettuale. “Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti, e questo è il fine a cui voglio lavorare” aveva scritto Haring.
Paola Schiratti
Consigliera provinciale a Udine
inserisci un commento