Hanno senso i fondi spesi per le telecamere installate nei luoghi pubblici e davanti agli istituti scolastici? Telecamere che ancora non funzionano appieno, perché mancano collegamenti in fibra ottica veloci e coordinati via radio. La Provincia di Udine ha speso 900.000 mila euro per posizionare telecamere nei centri studi del capoluogo. Si tratta di fondi regionali stanziati per accondiscendere alla campagna politica della Lega che cinque sei anni fa aveva sollevato all’attenzione della popolazione e dei media la questione della sicurezza. Proprio per dare consistenza a questa campagna sono stati spesi questi fondi vincolati a investimenti nel settore tra cui le telecamere, che come leggiamo sulla stampa non servono a molto, a fronte di spese notevoli anche nella manutenzione. Oggi possono essere usate come deterrente contro la microcriminalità e per monitorare le situazioni, per garantire pronti interventi, ma non permettono di leggere i numeri di targhe delle auto o riconoscere i volti delle persone. C’è stata la fretta di installarle, del funzionamento se ne sarebbe parlato dopo, ma oggi la crisi economica impedisce di provvedere ai necessari miglioramenti tecnologici. La Regione dovrebbe a quattro anni dall’installazione trasmettere i dati sui benefici che le telecamere hanno apportato nel contrasto a tutte le forme di criminalità sia nei centri abitati che di fronte alle scuole. Altrimenti questi investimenti sono stati inutili. A suo tempo mi sono battuta perché i fondi stanziati per le telecamere venissero impiegati per dotare le scuole di strumenti didattici e tecnologici, per garantire la manutenzione e la sicurezza degli immobili scolastici.
Paola Schiratti
Consigliera provinciale IDV
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