I disastri economici di Promotur non possono essere giustificati come fa il Presidente leghista della società Mazzolini. Oggi non si può sostenere una società partecipata dalla Regione “indipendentemente dai numeri del suo bilancio”. Sono dichiarazioni gravissime che non tengono conto delle difficoltà che i cittadini e le cittadine della regione sopportano in questo momento di crisi economica in cui aumenta anche la tassazione regionale, degli sforzi che molta parte d’Italia compie per evitare il disastro economico, delle norme nazionali e delle indicazioni della Corte dei conti. I numeri contano eccome, anche perché si tratta di soldi pubblici e se il turismo della nostra montagna sta in piedi esclusivamente se sostenuto da contributi regionali che coprono l’ammanco di 20 milioni di Euro l’anno, significa che qualcosa non ha funzionato, sono stati sbagliati i piani industriali e le scelte economiche. Perché non siamo riusciti in tutta l’area montana, malgrado le potenzialità, a sviluppare un polo termale decente in grado di funzionare e reggersi autonomamente? Perché abbiamo puntato sullo sci dove non nevica? Perché non si sono potenziate le specificità paesaggistiche, naturalistiche ed enogastronomiche della nostra montagna? Il turismo necessita di una legislazione regionale che faciliti l’amministrazione, favorisca la formazione professionale e la conoscenza plurilinguistica degli operatori, acceda ai fondi europei per progetti transfrontalieri, crei eventi, esalti le suggestioni paesaggistiche, le particolarità storiche e culturali, le caratteristiche dell’artigianato, favorisca gli scambi e la comunicazione delle eccellenze, attiri i turisti per i suoi valori. E’ questo che gli operatori chiedono. Infine le società partecipate a sostegno del turismo necessitano di direttori e Cda capaci, onesti e competenti. Ogni industria drogata da fondi pubblici alla fine crolla, anche nel turismo competenze, idee, ricerca, innovazione e tecnologie avanzate e non i soldi pubblici elargiti sono le uniche armi da mettere in campo.
Paola Schiratti
Coordinatrice regionale donne IDV
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