I giorni scorsi c’è stato l’intervento sulla scuola del Ministro Profumo, che ha posto come questione fondamentale il riconoscimento e il premio del merito, non considera la situazione attuale della scuola e della società italiana, anche nella nostra regione. Il merito ha un alto valore sociale ed economico, che parte dalla scuola, ma se poi i meritevoli non trovano possibilità occupazionali e di esercizio delle loro capacità lo sforzo fatto resta inutile e va a danno soprattutto di una società che del merito non sa e non vuole beneficiare. Il problema impellente della scuola oggi è il suo funzionamento. Troppi danni sono stati causati dai tagli della Gelmini che ha aumentato gli alunni per classe e decurtato con tagli lineari il tempo scuola, le  attività laboratoriali, l’insegnamento delle materie scientifiche e delle lingue straniere, il sostegno ai portatori di handicap.  E’ stato falcidiato tutto alla cieca. Oggi la corte costituzionale boccia le norme della Gelmini che dettano regole sul numero di alunni previsti negli istituti comprensivi e scolastici (da 600 a 1000), spetta alle Regioni, spiega la coorte,  stabilire i numeri, non al Governo, che deve programmare e dare linee di indirizzo. Studenti e studentesse, genitori,  docenti, dirigenti si sono mossi a difesa della qualità della scuola che nella nostra regione è alta, come certificano i test nazionali e internazionali a cui allievi e allieve partecipano, ma nelle attuali difficoltà rischia il degrado. Si tratta di una scuola ferma da decenni, senza materiali e sussidi didattici di qualità, senza tecnologie, senza rinnovamenti significativi della didattica, senza che le buone prassi vengano estese e diffuse, tutto ciò che di nuovo e buono si fa è opera della passione e della volontà di singoli docenti e dirigenti, della collaborazione delle famiglie.  In questa situazione vanno avviati interventi sostanziali e vanno trovate risorse per aumentare il tempo scuola, offrire le ore sostegno, aumentare le attività laboratoriali, le ore delle materie scientifiche e delle lingue straniere, inserire nuove didattiche, estendere  e applicare le buone prassi, affinché diventino un patrimonio comune e non solo di chi l’ha sperimentato. Anche la nostra regione a statuto speciale, deve intervenire a sostegno della qualità della scuola, attraverso il comitato paritetico che Governo e Regione hanno attivo dal 2007 e spingendo per la ratifica finale dell’accordo Stato-Regioni. Idv ha elaborato una proposta di legge regionale depositata il 7 ottobre 2011 con cui si chiede insieme al dimensionamento scolastico anche la gestione regionale degli organici e la possibilità di ampliarli secondo le necessità di studenti, studentesse e famiglie. Abbiamo trovato a disposizione oltre 20 milioni di euro nel bilancio regionale per finanziare la scuola di qualità. Gli obiettivi di Europa 2020 chiedono di promuovere la crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Lo sanno i genitori che si organizzano e partecipano ad attività e iniziative per la scuola, come i gruppi a sostegno del metodo Montessori, riunitisi a convegno a Tavagnacco i giorni scorsi, il comitato Genitori&scuola, la rete delle scuole a tempo pieno, L’urlo della scuola. Più volte sono state raccolte firme inviate alla regione o anche al governo nazionale. La politica nazionale e regionale si deve muovere, l’Italia per tornare ad avere alti tassi di occupazione, produttività e coesione sociale, deve raggiungere un risultato concreto e visibile: dimezzare il nostro tasso di dispersione scolastica e triplicare il numero di laureati.

Paola Schiratti

Coordinatrice regionale donne IDV