l problema dei voucher rischia di essere un intoppo nella trattativa dei contratti di lavoro. Sono stati introdotti proprio in seguito a un caso verificatosi nel 2007 in  Friuli, quando Ispettori INPS, trovarono un pensionato impegnato nella vendemmia, partì una denuncia. Per evitare  il lavoro nero, tutelare le attività e i lavoratori occasionali  (pensionati e studenti) impegnati  nella vendemmia e nella raccolta delle olive vennero introdotti i voucher, estesi successivamente ad altri lavori agricoli, ai settori del turismo, delle consegne a domicilio, dei lavori domestici e di altri servizi. Il lavoro occasionale e accessorio, che si può compensare con i voucher, interessa persone che non sono inserite a tempo pieno nel mondo del lavoro, non ha nulla a che vedere con il lavoro stagionale, che rappresenta invece l’asse portante del lavoro agricolo in Italia, con circa il 90% della manodopera complessivamente occupata nei campi. Ora si rischia di estende i voucher alle attività stagionali, nelle quali sono occupati i lavoratori agricoli che hanno versato per anni i contributi INPS, mentre i voucher  prevedono  versamenti bassissimi, niente malattia, maternità, ferie,  e liquidazione, pertanto  riducono gli emolumenti e le pensioni. I voucher sono uno strumento utile in alcuni settori, per lavori occasionali, in aree svantaggiate come la montagna,  tutelano i lavoratori occasionali in caso di infortuni sul lavoro, anche le casalinghe devono poterli utilizzare, ma guai a farli diventare la forma contrattuale sostitutiva del lavoro stagionale. I voucher venduti in regione nel 2011 sono stati 1.212.064, con un aumento del 47,1% rispetto al 2010. Devono restare uno strumento del lavoro occasionale ed è importante siano rintracciabili in modo da evitare che vengano utilizzati in modo improprio.

Paola Schiratti

Consigliera provinciale IDV