Le manovre fiscali deliberate nel 2011 dal governo Berlusconi e quelle del governo tecnico Monti cominciano a manifestarsi passando da normativa a reali aumenti della tassazione diretta e indiretta: l’aumento dell’IVA dello scorso anno ha prodotto gli aumenti della benzina, di luce, gas e di conseguenza i costi di tutti i beni. Nel mese di marzo, mentre resta stabile rispetto a febbraio il tasso di crescita annuo, sono schizzate alle stelle le spese per la benzina su base mensile, +3,4% e per il gasolio +22,5% in termini tendenziali. Forti aumenti si registrano su caffé (+12,8%), trasporti (+14,9%), zucchero, +12,5%, spese condominiali. Nel frattempo la manovra “Salva Italia” del governo Monti in marzo ha prodotto l‘applicazione della prima rata dell’aumentata addizionale IRPEF regionale. Ma per quale motivo dobbiamo subire questo aggravio di trattenuta che si applicherà alle buste paga e pensioni fino a novembre, con un aumento da 73 a 94 euro all’anno per stipendi bassi, ai 137 per stipendi medi? La Regione come utilizza i nostri soldi? Perché Tondo ha deciso di rifinanziare i buchi di società partecipate come Agemont e Promotur, perché ha esternalizzato attività nel settore lavoro che vedono già impegnati i centri per l’impiego, perché richiede consulenze per milioni di euro? Mentre i quasi 3.000 dipendenti sono sottoutilizzati e non organizzati al meglio per interventi che razionalizzino e riducano i costi dei servizi e rilancino l’economia. Perché non si semplificano gli iter burocratici che sono una parte importante dei costi della Pubblica Amministrazione? Perché la Sanità che è il maggior costo del bilancio regionale non è governata da un assessore dedicato?
Per tutti questi motivi Tondo dovrebbe spiegare in modo comprensibile ai suoi cittadini, molti dei quali sempre più poveri, quali interventi ha attivato di riduzione delle spese, per politiche attive di sviluppo e di riqualificazione dei servizi (quello ferroviario per i pendolari un esempio tra tutti).
Agli effetti dell’imposizione regionale si aggiungeranno le tassazioni delle Province e gli effetti dell’addizionale IRPEF e a giugno quelli della nuova IMU di competenza comunale. Confindustria, Confartigianato e Ance chiedono ai sindaci di applicare le aliquote minime, la Coldiretti chiede deroghe perchè le aziende di tutti i settori sono già in sofferenza e ogni aumento in questo momento mina la loro sopravvivenza. E i semplici cittadini da chi vengono rappresentati? Le amministrazioni locali entro aprile approveranno i bilanci di previsione 2012-2014 e alcuni sindaci tra cui Honsell applicheranno le aliquote minime stabilite dalla legge. Nessun amministratore inoltre deve dimenticare che il sistema di tassazione fiscale italiano non è equo e, come ha certificato la Banca d’Italia, quasi il 90% delle entrate fiscali arrivano dai redditi dei lavoratori dipendenti. Fare di più e costare meno è la logica che muove le scelte delle imprese e delle famiglie, dove le donne soprattutto dovranno sobbarcarsi fatiche aggiuntive: la stessa deve orientare tutti gli amministratori pubblici locali nella definizione dei bilanci con un preciso impegno ad evitare aumenti per i servizi necessari con un deciso taglio per quelli discrezionali e soprattutto per gli sprechi.
Paola Schiratti
Coordinatrice regionale donne IDV
Consigliera Provinciale a Udine
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