Si è trovata la soluzione tra le richieste dei genitori e Comune di Udine per i posti mensa nelle scuole statali elementari del territorio comunale. Ma la crisi della scuola statale di primo grado interessa tutti comuni della regione e non solo, infatti assemblee di genitori si organizzano spontaneamente dove le criticità sono già evidenti.
Il Ministero della pubblica istruzione ha comunicato che ci saranno nel prossimo anno scolastico 314 cattedre in meno in regione, di cui 100 in provincia di Udine, metà alle elementari, metà alle scuole superiori. Mentre cresce il numero degli studenti, calano gli insegnanti e il tempo scuola. Aumenteranno per forza gli alunni per classe, fino ad arrivare intorno ai 30, che alle elementari con la maestra unica significa tornare per forza a un insegnamento rigido e cattedratico, senza la possibilità di sostenere chi ne ha bisogno, infatti calano anche gli insegnanti di sostegno, con grave danno per tutti i bambini. I primi ad accorgersi sulla loro pelle della drammatica situazione della scuola sono i genitori delle elementari, dove ormai si vedono chiaramente e drammaticamente gli esiti dei tagli decisi dalla Gelmini già nel 2008. Alle difficoltà delle insegnanti per tenere alto il livello della scuola si aggiungono tutti i problemi delle famiglie, delle madri, dei padri. La scuola copriva un tempo di 30 o 40 ore settimanali di lezione, a richiesta dei genitori, ora siamo scesi a 27, si teme di arrivare a 24. I genitori dovranno pagarsi il doposcuola, che non è didattica.
Il comune di Udine, come gli altri comuni della regione, si è assunto l’onere di garantire e organizzare tempo scuola come prescuola e doposcuola. I comuni sono in prima fila nel gestire queste criticità culturali e sociali, anche i loro fondi sono tagliati, Udine ha quantificato la spesa in circa 180.000 Euro. E’ un’emergenza che riporta indietro il nostro paese, per questo come dipartimento regionale scuola IDV, abbiamo elaborato un documento in cui chiediamo alla regione autonoma di assumersi le responsabilità che le competono e che altre regioni e province autonome si sono assunte nella gestione della scuola statale. La regione può e deve garantire alle elementari il tempo scuola di 30 o 40 ore a richiesta dei genitori, attingendo alle graduatorie degli insegnanti per il personale, prevedendo i fondi per le opere strutturali necessarie, come le mense.
Il documento dell’assessore Molinaro sul piano di dimensionamento scolastico per il 2010/11 prevedeva solo una serie di paramentri numerici, che non tenevano minimamente conto della realtà delle scuole in regione e delle esigenze delle famiglie, degli studenti e del territorio. L’ente che ha competenze e fondi si disinteressa della scuola.
Per questo un comitato spontaneo Genitori & scuola raccoglie firme su una petizione e ha aperto un sito su facebook.
Paola Schiratti
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