Il Ministero della pubblica istruzione ha comunicato che ci saranno nel prossimo anno scolastico 314 cattedre in meno in regione, di cui 100 in provincia di Udine, metà alle elementari, metà alle scuole superiori. Come potrà reggere la alta qualità che finora la scuola del Friuli Venezia Giulia ha garantito ad alunni e studenti come hanno certificato i test OCSE PISA? Mentre cresce il numero degli studenti, calano gli insegnanti e il tempo scuola. Aumenteranno per forza gli alunni per classe, fino ad arrivare a numeri intorno ai 30 che alle elementari con la maestra unica significano tornare per forza a un insegnamento rigido e cattedratico, senza la possibilità di sostenere chi ne ha bisogno, di differenziare gli interventi, calano anche gli insegnanti di sostegno, con grave danno per tutti i bambini. Alle superiori aule superaffollate non permetteranno progettualità, interventi di didattica innovativa, lavori di gruppo, interazione, laboratori. Senza contare i problemi della sicurezza, quali sono le capienze delle aule? Cosa faranno i dirigenti scolastici visto che molte aule degli istituti scolastici non possono contenere più di 20 alunni? I primi ad accorgersi della drammatica situazione della scuola sono i genitori delle elementari, dove si cominciano a vedere gli esiti dei tagli decisi dalla Gelmini. Alle difficoltà delle insegnanti per tenere alto il livello della scuola si aggiungono tutti i problemi delle famiglie, delle madri, dei padri. La scuola copriva un tempo di 30 o 40 ore settimanali di lezione, a richiesta dei genitori, ora siamo scesi a 27, si teme di arrivare a 24. I genitori dovranno pagarsi il doposcuola, che non è didattica. Molte famiglie non hanno la possibilità di farlo, tra i costi della mensa e il doposcuola si stima si vada oltre i 100 Euro al mese per bambino. I comuni sono in prima fila nel gestire queste criticità culturali e sociali, anche i loro fondi sono tagliati, Udine ha quantificato la spesa in 180.000 Euro che non ha. E’ un’emergenza che riporta indietro il nostro paese, dove solo le famiglie benestanti possono garantire ai loro figli le opportunità della cultura e della socialità. La Costituzione prevede che la scuola pubblica sia obbligatoria e gratuita, mentre i bambini delle famiglie in crisi economica sono tagliati fuori. E’ per questo che l’Italia regredisce, perde tranquillamente potenziali talenti. E la Regione autonoma che cosa fa? I problemi della scuola non la riguardano. Le province di Trento e Bolzano si sono assunte il compito di intervenire a sostegno della qualità della scuola del loro territorio, da noi non ci si preoccupa della scuola statale che è la nostra scuola, frequentata dalla assoluta maggioranza di alunni e studenti nella regione FVG.
Paola Schiratti
Coordinatrice regionale donne IDV
Consigliera della Provincia di Udine
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