La direttrice scolastica Daniela Beltrame dice il vero quando comunica il dato che uno studente su quattro delle scuole medie in regione sbaglia la scelta delle superiori e cambia indirizzo entro il primo o il secondo anno di frequenza, sono più di mille studenti su circa 10000. Inoltre il 20% abbandona la scuola e non consegue il diploma. La dottoressa Beltrame invita studenti e famiglie a maggior cautela nella scelta dell’indirizzo scolastico, ad ascoltare maggiormente le indicazioni degli insegnanti.
Ma ciò che manca nella nostra regione autonoma è la creazione di uno staff che elabori un protocollo regionale di intervento sull’orientamento sia in entrata dalle medie alle superiori che in uscita dalle scuole superiori verso il mondo del lavoro o verso l’università. Lo staff dovrebbe essere formato da insegnanti, psicologi, dirigenti scolastici, sociologi, esperti dell’agenzia regionale per il lavoro, rappresentanti delle categorie economiche e dai sindacati, dai genitori, studenti, che disponendo di tutti i dati necessari, indichino quali sono le esigenze economiche e le future linee di sviluppo dell’economia regionale nei diversi settori, le esigenze sociali e culturali, poi per ogni allievo indichino le direttive per l’elaborazione del bilancio delle competenze e delle aspirazioni. Se manca tutto questo è chiaro che la scelta della scuola secondaria superiore si basa su stereotipi e dicerie, come evidenzia la dottoressa Beltrame.
Interessante è anche la riflessione della dottoressa Beltrame sulle scelte di genere, che oggi dipendono da stereotipi per cui i maschi sarebbero adatti agli istituti tecnologici, mentre le ragazze ai licei delle scienze umane. E’ necessario che maschi e femmine vengano indirizzati in base a parametri che evidenzino i loro reali interessi, capacità e aspirazioni e non da stereotipi. Ma anche in questo ambito serve una preparazione adeguata alle scelte individuali. Senza gli strumenti che rendano consapevole ogni ragazzo e ogni ragazza delle scelte da fare, non avvengono modifiche ai tradizionali comportamenti, nulla dà risultati, nessuna scelta può essere effettuata con consapevolezza. Nulla si improvvisa, queste scelte importanti per la vita futura dei giovani richiedono preparazione culturale e il massimo supporto delle strutture.
Devono far riflettere i dati del Miur sulle scelte dell’anno scolastico in corso. I dati indicano che il 50% dei ragazzi iscritti nelle prime ha scelto di frequentare i licei, mentre perdono iscritti soprattutto gli istituti professionali. Queste scelte corrispondono ai reali interessi e capacità dei ragazzi e delle ragazze?, questi percorsi di studio sono coerenti con le offerte future del mercato del lavoro in regione? Questo trend in realtà dipende delle scelte del ministro Gelmini che ha snaturato e dequalificato il ruolo e le caratteristiche degli istituti professionali ai quali sono stati ridotti i laboratori ed eliminati gli esami di qualifica del terzo anno. E’ una scelta sbagliata che danneggia una fascia di ragazzi che ancora non sa come ottenere questo titolo intermedio. Invece la preparazione professionale deve essere salvaguardata perché interessa una fascia consistente di studenti e studentesse e ha ricadute importanti sul mondo dell’artigianato, del commercio, dell’industria, dell’agricoltura, dei servizi sociali.
Paola Schiratti
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