Chiedevo due anni fa da consigliera al Presidente della Provincia di Udine Fontanini “Hanno senso i fondi spesi per le telecamere installate nei luoghi pubblici e davanti agli istituti scolastici?” Le telecamere, a quattro anni dall’installazione, ancora non funzionavano, perché mancavano collegamenti in fibra ottica veloci e coordinati via radio, non si leggevano i numeri di targhe delle auto, né si potevano riconoscere i volti delle persone riprese. C’era stata la fretta di installarle, per aderire alla campagna sulla sicurezza della Lega, del funzionamento se ne sarebbe parlato dopo. Oggi sei anni dopo l’installazione e 1,7 milioni di euro spesi le telecamere non sono state ancora collaudate. Si sarebbero dovuti trasmettere i dati sui benefici apportati dagli impianti di videosorveglianza nel contrasto a tutte le forme di criminalità sia di fronte alle scuole, sia davanti ad uffici, magazzini stradali e sottopassaggi. Ma non ci sono riscontri, fino ad oggi possiamo dire che questi investimenti sono stati inutili, si è trattato di uno spreco di fondi. Ho sempre sostenuto che davanti alle scuole le videocamere non servono per evitare episodi di violenza tra studenti e spaccio di sostanze stupefacenti, certo bulli e spacciatori non si posizionano sotto le telecamere. Come antifurto le scuole sono dotate di sistemi di allarme e sono poco appetibili dai ladri in quanto a dotazioni di materiali. In questi anni sono aumentati tantissimo invece i furti a danni di negozi, magazzini di ogni dimensione e genere merceologico, denunciati anche dalle associazioni di categoria. Mentre alle forze dell’ordine mancano benzina e dotazioni necessarie, le telecamere costate 1,7 milioni di euro sono inutilizzate. A suo tempo mi sono battuta perché i fondi stanziati per la videosorveglianza venissero impiegati per garantire la manutenzione e la sicurezza degli edifici scolastici, molto spesso inadeguate, per dotare le scuole di strumenti didattici e tecnologici, i fondi sarebbero serviti alla qualità della didattica che vuol dire anche educazione al rispetto del bene pubblico. Il problema più vasto della sicurezza si affronta insieme ai tecnici delle forze dell’ordine, alla magistratura che sanno quali sono i soggetti e i luoghi a rischio e gli strumenti idonei per contrastare la criminalità.
Paola Schiratti
Vicepresidente della Commissione regionale Pari Opportunità
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