In Provincia di Udine si discute di case chiuse. Il capogruppo della Lega Nord Bordin presenta un ordine del giorno in cui chiede la legalizzazione della prostituzione. Con PD e SEL votano contro il Presidente Fontanini e il vice Matiussi, alcuni PDL si astengono e l’ordine del giorno non passa. La richiesta, una dichiarazione d’intenti, è modificare o abrogare la legge parlamentare n. 75 del 20 febbraio del 1958, la legge Merlin, giudicata anacronistica, insufficiente ad arginare un fenomeno che presenta situazioni di sfruttamento e problematiche di carattere sanitario, con un giro d’affari completamente nascosto al fisco. Ma la Legge Merlin ha adeguato l’Italia alla Convenzione Internazionale che vieta l’esistenza sotto qualsiasi forma di “bordelli legali” e su questo punto è certamente immodificabile. In parlamento, se ciò può consolare i nostri consiglieri provinciali leghisti e UDC, in ogni legislatura vecchi e nuovi parlamentari, si affannano a presentare proposte di modifica o di sostituzione della legge. Si è cercato e si cerca di far credere che la Legge Merlin ha fallito il suo scopo, visto che la prostituzione non é scomparsa. Ma Lina Merlin non intendeva certo cancellare la prostituzione, una missione impossibile, ma eliminarne lo sfruttamento da parte dei tenutari e dello Stato e chiudere i “postriboli”, sopravvissuti in Italia per scelta del regime fascista, da cui le molte donne che vi erano entrate non riuscivano a uscire e furono le prime convinte sostenitrici di Lina Merlin. La legge introduce un’importantissima clausola, la creazione di un corpo di polizia femminile che comportò l’ingresso ufficiale delle donne nella Polizia di Stato. La prostituzione e i suoi aspetti più gravi, come la tratta delle donne dei paesi poveri, la prostituzione minorile, la diffusione di malattie, lo sfruttamento degli esseri umani, il disagio sociale vanno affrontati e combattuti con ben altri metodi rispetto alla riapertura delle case chiuse, servono controlli, servizi sociali, interventi costanti di personale esperto delle forze dell’ordine, dei servizi sociali e sanitari. Va dato atto della scelta giusta fatta dal Presidente e dal Vicepresidente della Provincia di Udine nel votare con il centrosinistra contro l’ordine del giorno presentato dalla Lega Nord.
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