Su ‘la Vita Cattolica’ del 23 aprile 2014 un editoriale del direttore Roberto Pensa commenta la mia presa di posizione a proposito della coppia di friulani assolta dopo essere stati denunciati per essere ricorsi alla fecondazione eterologa e all’utero in affitto in Ucraina.

Qui si può leggere l’articolo apparso sul Messaggero Veneto del 22 aprile con la mia presa di posizione
Qui l’editoriale del direttore de ‘la Vita Cattolica’ dal titolo: ‘Proletarie di tutto il mondo unitevi’ ( pagina 1, pagina 3 )

Qui di seguito la mia replica:

Ha ragione il direttore del settimanale “La vita Cattolica” Roberto Pensa, nel mio testo pubblicato sulla stampa locale il 22 aprile sul caso di due gemelli nati con fecondazione assistita a una coppia friulana in Ucraina non parlo assolutamente dell’utero in affitto, né della donna che ha affittato l’utero, non era assolutamente il tema che ho inteso affrontare nelle battute che avevo a disposizione. Il mio intento è stato plaudire alla scelta del giudice Faleschini Barnaba del Tribunale di Udine che si è guardato bene dal condannare al carcere e alla perdita della patria potestà e quindi dei bambini la coppia di friulani che oltre due anni fa hanno avuto due gemelli in Ucraina. Il mio primo pensiero è stato rivolto ai bambini che vivono da due anni in una famiglia con mamma, papà, nonni, zii e zie, si spera cuginetti e cuginette. Bambini ci auguriamo molto amati, impossibile per il loro bene allontanarli da quella che è da sempre la loro famiglia, impossibile anche per i genitori separarsi da loro, come per ogni genitore è impossibile separarsi dai propri figli e figlie. Questa è stata l’ispirazione del mio testo. Prima di ogni problema degli adulti vanno salvaguardati i diritti dei bambini che necessitano per vivere di genitori, di una famiglia. Punto secondo, nell’articolo affronto il tema della legge 40 del 2004 che vieta in Italia la fecondazione eterologa, cioè con donatore esterno alla coppia. La corte costituzionale ha definito ingiusta e anticostituzionale questa legge. Condivido e plaudo la scelta della corte. Non può essere un reato poter ricorrere a un donatore, se necessario, per generare, non solo perché è concesso in tutti i paesi europei, ma perché non vedo nulla di sbagliato nel crescere un bambino, una bambina che hanno altri cromosomi rispetto ai propri. Lo fanno i genitori che adottano i figli abbandonati da altri.  La scelta dell’adozione o della fecondazione assistita, eterologa o no, sono scelte individuali, che ogni coppia elabora secondo la propria sensibilità, credo religioso, cultura. La legge deve consentire questo in Italia a tutti i cittadini e cittadine di ogni censo che desiderano, come è nella natura umana, diventare madri e padri. Terzo punto, vengo richiesta da Lei egregio direttore di esprimermi sull’utero in affitto. Quello che il direttore Pensa scrive a proposito è sacrosanto, sono le donne povere sempre a vendere il proprio corpo o parti del proprio corpo ai danarosi, basti pensare alle nostre balie che fino a un secolo fa abbandonavano i propri bambini per vendere altrove il loro latte materno ai ricchi. L’utero in affitto è una questione su un altro piano rispetto alla fecondazione eterologa che sostengo. Non mi sono espressa su questo tema a ragion veduta, penso sia una questione molto delicata, che non può essere affrontata in poco spazio.