La crisi e il lavoro di tutti sono strettamente legati.  Si supera la crisi con il lavoro, bisogna creare tutte le condizioni possibili che avviino lavoro.  Lo dico da anni, meno soldi alle pubbliche amministrazioni e più soldi a famiglie e imprese. Ho visto in Provincia di Udine correre dal 2008 al 2013 fiumi di denaro, il bilancio provinciale di circa 180 milioni di euro negli ultimi anni è investito malamente. Tanta burocrazia, lavori pubblici lenti e inconclusi, esternalizzazioni, finanziamenti dati a pioggia in mille rivoli, finanziamenti a progetti tanto faraonici quanto inutili come Terra dei patriarchi o sicurezza stradale, o anche videocamere che non servono a nulla. Per non parlare della EXE società che produce oltre 2milioni di deficit l’anno,  per non dare alcun servizio di nessun tipo, per mantenere 6 dipendenti, un direttore e un presidente super pagati, che hanno comprato nel 2011 pure una Mercedes aziendale di cui si serve il direttore, per andare dove, a che pro? Oppure il distretto industriale Ausa-Corno, che si è indebitato per milioni di euro per comprare terreni invendibili. Questi sono esempi tanto per capire dove vanno i soldi della montagna di tasse e accise che imprese e famiglie pagano. Noi italiani paghiamo molte più tasse di quanto avviene negli altri paesi EU come Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, ma  abbiamo molto meno, soprattutto a livello di servizi sociali, negli altri paesi con meno soldi si fa di più. C’è da aggiungere l’ammontare dell’evasione che farebbe lievitare ulteriormente  le entrate, eppure senza calcolare questa enorme quantità di denaro noi abbiamo più entrate degli altri paesi di pari livello. Che ci siano soldi lo dimostra  il dimezzamento degli interessi passivi che dal 1990 al 2011 sono passati dal 10,1% al 5,2%. Dobbiamo affrontare questo problema strutturale, i soldi finiscono per essere spesi male e per essere distribuiti con molta iniquità. E’ di questi giorni la polemica degli stipendi degli inefficienti dirigenti dello stato che percepiscono compensi tre volte superiori a quelli dei loro colleghi pari grado di Francia, Gran Bretagna e Germania, mentre il costo delle opere pubbliche è triplo in Italia.  Se guardiamo dove finiscono questi soldi vediamo che spendiamo  molto meno degli altri paesi per sanità, invalidità, famiglia, abitazioni, istruzione, ambiente, territorio, assistenza, asili nido, servizi per anziani e disabili, contrasto della povertà, segnalo che in tutti i 27 paesi dell’Unione esiste il reddito minimo garantito, tranne che in Italia, Ungheria e Grecia. Nascondendosi dietro il paravento della crisi e dell’evasione, che pure è un problema gravissimo,  negli ultimi anni in questi ambiti gli stanziamenti sono pure diminuiti. Queste politiche realizzate nel ventennio berlusconiano e leghista devono vedere un cambio deciso di rotta.