Il tema dei compensi della efficienza ed efficacia professionale dei dirigenti pubblici è discusso in questi giorni nel nostro paese. I costi della elefantiaca burocrazia italiana, la sua lentezza ferraginosa, il suo essere antagonista ai cittadini, anziché al servizio, sono condizioni non più sopportabili. E’ necessario intraprendere soluzioni a partire dalla dirigenza, superpagata, numerosissima, senza valutazione del merito. Dai dati risulta che i dirigenti di prima fascia percepiscano stipendi medi che vanno dai 243.000 euro annui della Sanità, di cui 60.000 legati al risultato ai 200.000 di Politiche agricole e forestali, Ambiente, Giustizia e Interno, di cui 25.000 legati al risultato, ai 190.000 di Economia, di cui 15.000 legati al risultato, ai 181.000 di Sviluppo economico, Pcm, di cui 18.000 legati al risultato, ai 176.000 di Difesa, di cui 17.000 legati al risultato, Affari esteri, di cui 26.000 legati al risultato, per finire con i 160.000 euro di Lavoro, Istruzione e Attività culturali, di cui 12.000 legati al risultato. Il forum Idee per la crescita ha avanzato alcune proposte: valorizzazione dei dirigenti capaci e meritevoli, riduzione del 10% dei dirigenti, ricambio di almeno metà degli stessi, bilanciamento delle lauree di provenienza, ora prevale giurisprudenza, esperienza internazionale, mobilità interna nel settore pubblico ed esterna con il settore privato. Il compenso deve essere rapportato al risultato della struttura diretta. Va rivisto il reclutamento che potrebbe ispirarsi all’Ufficio di selezione del personale dell’Ue. Anche questa sfida deve essere affrontata a tutti i livelli, nazionale, regionale degli enti locali. Pensiamo solo alla nostra regione.
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