Ho partecipato oggi all’assemblea delle operaie e degli operai della Safilo in cassa integrazione. Sono 500, quasi tutte donne, di tutte le età, donne consapevoli della situazione economica politica e sociale in cui versa il nostro paese. Mi hanno detto che pensano che ci sia un piano per far crollare tutto e poi in qualche modo l’Italia ripartirà, non sappiamo come, hanno sospirato. Sono in cassa integrazione da quattro anni. Hanno percepito l’80% dello stipendio. Hanno cercato lavoro, ma quasi nessuna lo ha trovato. Circa 10 sono andate a lavorare in Cina, a insegnare là il lavoro dell’occhialeria. Un paio si sono iscritte all’Università e sono molto fiere di questa scelta, di essere riuscite a studiare e superare gli esami. Tutte hanno frequentato corsi di formazione del tutto inutili, sostengono, vuoi per i tipi di qualificazione proposti del tutto avulsi dalla possibilità di trovare lavoro, vuoi perché tra questi corsi e aziende dove si dovrebbe lavorare non c’è alcun rapporto. Gli unici corsi utili sono quelli per operatore sociosanitario. Dai loro racconti si evidenzia come né i Centri per l’impiego, né l’INPS siano enti che li sostengono e aiutano. Pare che gli impiegati soprattutto di quest’ultimo ente vivano nella loro realtà di garantiti nel lavoro e non sentano il dovere di facilitare questi lavoratori e lavoratrici in grande difficoltà. Prevale la burocrazia, l’Italia viene descritta come un paese dove ognuno vive a compartimenti stagni dove ognuno guarda al proprio orticello e non riesce a farsi un quadro complessivo della realtà. Fino al 27 febbraio questi lavoratori e lavoratrici sono in servizio e quindi in cassa integrazione, poi entreranno in mobilità, sono anche fortunati perché per loro vige la legge sulla mobilità anti Fornero che prevede periodi di 1, 2 e 3 anni in base alla età, il compenso ammonta a 913 euro netti massimo al mese per il primo anno, ridotto del 15 per cento gli anni successivi, sono previsti contributi figurativi. I sindacalisti hanno spiegato che nel passare dalla cassa integrazione alla mobilità resteranno per 2 mesi e mezzo almeno senza assegni, questi sono i tempi di erogazione dell’INPS. L’occupazione femminile è diminuita del 40% dall’ inizio crisi, le donne sono tornate a fare le casalinghe e a occuparsi dei bambini, di cui si scambiano notizie alla fine dell’assemblea, molte vivono sole. C’è rassegnazione e tristezza in tutti gli occhi, non sono contente della situazione, era tutt’altra vita quando lavoravano, arrabattandosi tra impegni familiari e lavoro. Il futuro è fosco.
Martignacco, 12 febbraio 2014
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