La giunta Serracchiani nella proposta di legge finanziaria per il prossimo anno ha eliminato il bonus bebè, un contributo assegnato alla nascita o all’atto di adozione di ogni bambino e bambina in regione erogato a famiglie con un reddito complessivo di 30.000 euro massimi annui. Si tratta di 600 euro per la nascita del primo figlio, di 810 euro per i figli successivi al primo, di 750 euro per ogni gemello. Sono somme minime concesse a famiglie dal reddito basso.  L’assessora Panariti ha spiegato che al posto del bonus verranno garantiti servizi alle famiglie a sostegno dei figli e delle figlie. Ma quali servizi, quanti, dove, con quali modalità di assegnazione ed erogazione non ci è dato di sapere. Ma prima di togliere un contributo anche se minimo vanno attivati ed erogati i servizi con cui si intende sostituirlo. Io credo inoltre che questo bonus vada mantenuto comunque anche se saranno avviati servizi per l’infanzia come asili nido, tagesmutter, contributi per l’acquisto di pannolini e latte, abbattimento delle rette e spese per il servizio di babysitter. Oggi i giovani, tra cui neo mamme e papà, lavorano in condizioni di precariato, con contratti atipici, che non prevedono congedi e compensi per maternità quindi è necessario che la regione ripristini questo contributo dato alla nascita di una nuova vita. Siamo un paese attanagliato da una crisi a cui le famiglie devono dare risposte basandosi esclusivamente sulle proprie forze. Le nascite sono in caduta libera. Anche nella nostra regione si sono ridotte le spese per alimenti fondamentali come frutta, verdura, carne, olio d’oliva,  in particolare per l’acquisto di cibo di qualità per i bambini. La rotta va invertita è necessario avviare politiche di sostegno alle nascite, alle madri, ai padri , alle famiglie. Il sociale è un settore economico che crea ricchezza, in Italia e nella nostra Regione deve essere sviluppato in forma inclusiva.