Leggo che un bambino veneto, figlio di una coppia in crisi, scosso dalle litigate continue dei genitori, ha avuto un crollo del rendimento scolastico. La sua buona condotta è stata impeccabile, ma non riusciva più a concentrarsi, parlava soprattutto delle scenate a cui assisteva in casa, dove ormai non c’era nessuno ad aiutarlo per fare i compiti. A scuola, con i tagli della riforma, nessun sostegno dedicato, ed è stato bocciato. Una piccola ma significativa vittima della crisi. La piaga è profonda e fa male perché sull’impatto della crisi e sull’accesso delle categorie vulnerabili all’assistenza le responsabilità sono dello Stato italiano e servizi e finanziamenti mancano. Nella fitta rete di finanziamenti UE, buone pratiche, coordinamento delle politiche nazionali, patrimonio di protezione sociale invidiato dal resto del mondo, risparmi possibili con servizi domiciliari e programmi di vita indipendente, diritto all’informazione, e molto altro ancora, le possibilità ci sarebbero, bisogna voler cercare.