Come fa la popolazione a raccapezzarsi nell’andirivieni delle posizioni dei partiti sul destino delle Province nella nostra Regione? La giunta Tondo pareva intenzionata a intraprendere una strada di riforma con l’istituzione di una Commissione speciale che a Trieste ha riunito e sentito tutti. Ma è stato per nulla. L’ultima occasione, la discussione in Consiglio regionale della proposta di legge di Idv per la riforma di questi enti, è stata affossata per ostruzionismo, come ha denunciato il Capogruppo Corazza. Avevo chiesto ancora nel novembre scorso che il Consiglio regionale votasse per commissariare la Provincia di Udine, evitando il voto, in attesa che la Regione autonoma provvedesse ad adeguarsi agli indirizzi nazionali e alle indicazioni delle forze economiche e sociali che ritengono questo ente superato. Nessuna decisione è stata presa e ora la Provincia di Udine, unica in Italia, andrà al voto nell’aprile 2013. Che fare a questo punto? Il PD ventila la proposta di non presentare le proprie liste, non mi pare la scelta adeguata. Se l’ente è mantenuto, avrà il suo bilancio di oltre 100 milioni di euro, gestirà i suoi oltre 500 dipendenti, avrà ancora competenze sul servizio del lavoro, sulle strade, sull’edilizia scolastica, sulla motorizzazione. Tutte le forze politiche sono chiamate a partecipare all’amministrazione di un ente finché esiste. Altra strada avrebbe dovuto essere intrapresa ancora un anno fa: la trasformazione delle Province in enti di secondo livello, amministrate dai sindaci, in attesa della soppressione, che può avvenire solo attraverso una legge costituzionale. Ora il centrosinistra deve presentare alle elezioni candidati concordi nel gestire le due fasi: riforme e soppressione delle Province. Personalmente non intendo candidarmi in Provincia di Udine perché, dopo cinque anni di presenza a Palazzo Belgrado, ho maturato la piena convinzione che le Province costano e non servono. Spetta alla Regione, e la Giunta Tondo non lo ha fatto, avviare serie riforme per rendere snelli ed efficienti gli apparati amministrativi propri e quelli dei comuni, riducendone allo stesso tempo i costi di gestione, per limitare la tassazione diretta e indiretta sul lavoro e sulle famiglie, pena l’aggravarsi ulteriore della crisi economica.
Paola Schiratti
Consigliera provinciale Idv
inserisci un commento