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Questa storia è stata scritta da Andras Almasi. Le illustrazioni sono opera di Andras e David Almasi. |
Era una limpida notte d’inverno. La luna faceva la sua passeggiata notturna cantando la ninnananna ai bambini i quali non riuscivano a resistere alla melodia e si addormentavano uno dopo l’altro.
La luna era arrivata sopra la periferia della città, e prima di proseguire oltre si voltò per assicurarsi che tutti i bambini dormissero.
«I marmocchi stanno russando!» – pensò la luna.
Stava per proseguire quando gettò un ultimo sguardo alla città e si accorse che c’era un bambino che non dormiva. Ci rimase molto male ma non poteva farci niente. Così riprese il cammino (visto che la luna non può andare all’indietro).
Il bambino che non dormiva si chiamava Andrea. Andrea era tormentato da un pensiero triste: tutto era cominciato durante le vacanze estive; la famiglia di Andrea era andata a visitare l’India e la mamma aveva preso un brutto virus che poteva avere delle conseguenze mortali.
Il campanile suonò la mezzanotte e Andrea era ancora sveglissimo e stava rimuginando sui problemi di sua madre.
Erano le due di notte quando Andrea finalmente si addormentò e cominciò a sognare…
Andrea stava camminando su una strada avvolta dalla nebbia. Cammina, cammina, ad un tratto si trovò davanti ad un cancello di legno. Andrea varcò il cancello e, appena entrato, la nebbia svanì.
Si ritrovò in un bellissimo giardino con in mezzo una casetta davanti alla quale c’era un orto. Nell’orto c’era Babbo Natale che zappava.
«Ciao!» – disse Andrea – «Tu sei Babbo Natale?»
«Sì» – rispose Babbo Natale – «E tu sei Andrea?»
«Sì, ma come fai a sapere chi sono?»
«Io so i nomi di tutti i bambini»
«Cosa stai facendo?» – chiese Andrea indicando l’orto.
«Sto zappando il mio orto dove crescono delle piante che curano ogni malattia.»
«Ah!» – esclamò Andrea e scoppiò a piangere.
«Perché piangi?» – gli chiese Babbo Natale.
«Perché mia madre ha una malattia gravissima.» – rispose Andrea singhiozzando.
«Allora falle un tè con questa pianta!» – disse Babbo Natale porgendogli un’erba che assomigliava a un ciuffo di alghe rosse.
Andrea stava per prenderla ma a questo punto tutto svanì e lui si ritrovò nel suo letto.
Per quanto Andrea cercasse di ascoltare la sua insegnante di matematica non ci riusciva per niente.
Gli veniva in mente sempre il suo sogno. Che cosa faceva Babbo Natale in quel giardino? Perché era lui a zappare la terra e non qualcun’altro?
Questi pensieri non lo lasciarono in pace per tutto il tempo.
«Andrea, mi stai ascoltando?!» – rombò la voce della maestra risvegliandolo dai suoi pensieri.
«Ehm, no maestra» – rispose lui.
«Ah, sì?! Allora per punizione scrivi 10 volte: ‘ascolta la maestra mentre parla’. E ora ascoltami» –
disse la maestra.
«Sì, maestra!» – rispose Andrea.
Ma subito dopo i pensieri gli tornarono in mente. E se riuscissi a prendere quell’erba? E se quell’erba esistesse veramente? A questo punto Andrea si sbloccò. Aveva capito il senso del sogno!
Lui non doveva far altro che chiedere quell’erba a Babbo Natale. O almeno speriamo…
Era la vigilia di Natale. Andrea sapeva che questa era l’unica occasione per incontrare Babbo Natale
e chiedergli se poteva aiutare sua madre.
Andrea trascorse la giornata dalla nonna. Bisogna sapere che la nonna cucina benissimo e lo dimostrò anche questa volta cucinando cibi squisiti e la preferita di Andrea:
la torta di mele. Quando arrivò a casa l’albero di natale era già decorato.
«Andrea, come vedi ormai è tutto pronto per Natale, manca solo Babbo Natale, ma per fare in modo che lui arrivi devi addormentarti perciò ti auguro buona notte!» – disse il padre di Andrea.
Così Andrea andò a letto ma non per dormire: prima doveva incontrare Babbo Natale.
Nonostante tutti quegli sforzi stava per addormentarsi,
quando sentì dei fruscii. Uscì in punta di piedi e a questo punto lo vide.
«Babbo Natale!» – sussurrò.
Appena pronunciata la parola «Babbo Natale!», Andrea si pentì di averla detta per paura che Babbo Natale svanisse.
Ma per fortuna questo non avvenne.
Babbo Natale si voltò lentamente e disse:
«Andrea!» - e proseguì con un mezzo sorriso - «allora non ti sei addormentato?»
«No!» - rispose Andrea.
«Che cosa vuoi da me?» - chiese Babbo Natale.
«Volevo chiederti se mi puoi dare la pianta che cura mia madre» - disse Andrea con una espressione speranzosa.
«No, perché quello era un sogno, ma ti posso aiutare.» - rispose Babbo Natale e aggiunse:
«A ogni Natale quando la luna è piena devi fissarla e dire: 'BUS'. A questo punto verrà un volabus che ti porterà oltre la fine del mondo, lì ti diranno cosa fare per trovare la pianta.» - concluse Babbo Natale.
Andrea guardò fuori: c'era la luna piena.
Allora corse in terrazza, fissò la luna e disse:
«BUS!»
Appena pronunciata questa parola, un punto argenteo apparve sul cielo.
Quando il punto fu più vicino, Andrea si accorse che non era altro che un bus volante.
Il volabus 'parcheggiò' accanto alla terrazza di Andrea.
«Entraci!» - disse Babbo Natale, che nel frattempo era uscito.
Andrea salì a bordo. Gli sportelli si chiusero e il volabus partì a grandissima velocità: scomparve in un batter d'occhio.
«Buona fortuna!» - esclamò Babbo Natale.
Andrea si guardò intorno.
Il bus era pieno di strane figure.
«Cosa ci fai qui?» - chiese una donna in tunica con le ali da cigno.
«Sto andando oltre la fine del mondo per chiedere aiuto. Ma tu non sei mica un Angelo?» - chiese Andrea stupito.
«Sí io sono un Angelo e mi chiamo Angelica» - rispose l'Angelo.
«E cosa stai facendo?» - domandò Andrea,
indicando un mucchio di pacchi che erano ai piedi di Angelica.
«Oh! questi sono i pacchi dei regali. Io sono un Angelo distributore e distribuisco i regali di Natale ai bambini e agli adulti.» - disse Angelica.
«Ma un momento!» - intervenne un signore un po' trasparente - «Ragazzino tu hai detto che vai a chiedere aiuto. Di che aiuto si tratta?»
«Si tratta di mia madre. E' molto malata» - e Andrea raccontò la sua storia.
«Brutta faccenda!» - disse Angelica - «Ma come ti chiami?» - proseguì.
«Andrea.»
«Io mi chiamo Ercole e sono un morto.» - disse il signore trasparente.
«Mi sembra di capire che non hai ancora ricevuto dei regali.» - esclamò Angelica.
«Infatti non ne ho ancora ricevuti.» - disse Andrea.
«Allora ti donerò dei regali speciali.» - disse agitata Angelica e gli porse tre pacchi.
Nel primo c'era un libro dal titolo 'OLTRE LA FINE DEL MONDO', nel secondo c'era un blocco di biglietti argentei.
«Sono i biglietti di questo bus!» - spiegò Angelica.
«Ma per salire sul bus non basta guardare il cielo a Natale e dire BUS?» - domandò Andrea.
«Questo vale solo per gli umani come te, che qualche volta, con un po' di fortuna, dite la parola BUS! nel giorno giusto. In condizioni normali bisogna comprare il biglietto e attende il volabus ad una fermata sulle nuvole.» - disse Angelica.
«Ma come si arriva sulle nuvole?» - chiese Andrea perplesso.
«Apri il terzo regalo e capirai!» - rispose Angelica tutta raggiante.
Nel terzo pacco c'era una piccola ampolla.
«Cos'è?» - chiese Andrea incuriosito.
«Una goccia di questo elisir ti farà spuntare le ali, fino a che tu lo desideri.» - rispose Angelica.
«Che bello!» - esclamò Andrea tutto contento.
Il bus cominciò a rallentare finché non si accostò ad una nuvola.
Gli sportelli si aprirono.
«Oh! scusate: io devo scendere!» - disse Angelica. - « Ma sono sicura che ci riincontreremo.»
«Ciao.» disse Andrea e Angelica gli rispose con un ciao e scese.
Gli sportelli si richiusero.
Almasi Andras is a young writer, with experience of newspaper direction (he is the director of the newspaper: Messaggero di Andris). He is also an artist, attending the GYIK Akademy of Arts in Budapest.
Almasi David is a young toothless self-taught artist.