Il Presidente Fontanini quando evidenzia che il numero di dipendenti della Provincia di Udine (603) è inferiore a quello delle province di Avellino(650), Agrigento(813), Catanzaro(942), meno estese e popolate, non dice nulla di significativo e utile, né giustifica il mantenimento delle Province. Fontanini avrebbe almeno dovuto porsi a confronto con Le Province più virtuose della nostra e capire attraverso quali meccanismi un ente pubblico possa migliorare. Infatti per un confronto vero è necessario sapere quali servizi gli enti messi a confronto erogano, con quali risultati operativi e soprattutto con quali costi standard. La Provincia di Udine avrebbe dovuto verificare quanto spende e quanto tempo impiega per erogare ogni proprio servizio fondamentale. Abbiamo discusso negli ultimi mesi dell’ammontare dei residui passivi. Nell’area ambiente ad esempio ammontano a 5 milioni di euro, alcuni importi sono stati concessi 9-10 anni fa e mai erogati. Quali meccanismi rendono così lento il rapporto con i comuni? Perché la Provincia di Udine continua a distribuire fondi anche di piccola entità a pioggia ad associazioni culturali e sportive, scelte che dovrebbero competere ai Sindaci, mentre avrebbe dovuto avviare un sistema che premi i progetti di chi dimostra di essere organizzato al meglio, produce servizi e risultati di qualità, innescando meccanismi utili per uscire dallo stantio e dal ripetitivo. Sarebbe stato necessario inoltre che la Provincia avesse fornito ai comuni quei servizi speciali (espropri, Iva, ricerca di fondi europei, ecc.) di cui soprattutto i piccoli non possono dotarsi. Penso che solo l’abolizione delle Province smuoverà le acque stantie della politica e dell’amministrazione locali ridisegnando prerogative e competenze della Regione e dei Comuni associati in entità di circa 20.000 abitanti
Paola Schiratti
Consigliera provinciale di Udine
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