Nell’intervista rilasciata al MessaggeroVeneto, Fontanini propone come panacea dei mali causati dalla cattiva amministrazione regionale e, in parte, provinciale (6 è il misero voto che si dà) la grande Provincia del Friuli, con Gorizia, Pordenone e Udine. Nient’altro che un poltronificio, un doppione della Regione. Infatti i veri problemi stanno altrove: nella gestione regionale delle risorse, nella mancata produzione di interventi legislativi e regolamentari da parte della regione autonoma e nell’assenza di programmazione in settori fondamentali come economia, energia, viabilità, scuola e formazione, cultura, turismo, gestione dei rifiuti e delle cave. Se è vero che le prestazioni sanitarie hanno costi diversi nelle diverse aziende, compete alla regione provvedere. Allo stesso modo sono problemi da risolvere a livello regionale gli sperequati trasferimenti per la viabilità e i diversi finanziamenti ai comuni, tra cui Udine in enorme sottofinanziamento rispetto a Trieste. Invece la Giunta Tondo ha di fatto trasferito finanziamenti ai Comuni amici a discapito degli altri, ha elargito fondi a pioggia a piccole associazioni, mentre a tutt’oggi è assordante il silenzio di Regione e Provincia sul piano del dimensionamento scolastico. Non ci sarà alcuna Provincia in grado di correggere queste storture se non c’è la volontà politica di governare per il bene della comunità regionale anziché favorire gli amici, gli affini politicamente e gli interessi particolari. Effettivamente in un territorio così ridotto, abitato da 1.200.000 persone, la Regione e i Comuni sono gli enti locali necessari e sufficienti per governare ed amministrare. Le Province, piccole o grandi, non servono. Eliminarle richiede una legge costituzionale e tempi lunghi, nel frattempo va trovata una soluzione di transizione, come trasformare le Province in enti di secondo livello, amministrate dai sindaci, in linea con la proposta nazionale. Da parte mia, già nel Novembre scorso, in sintonia con Serracchiani, ho proposto al Consiglio regionale di approvare una legge che congeli le elezioni per la Provincia di Udine nell’aprile 2013, in attesa di chiarire quale forma assumeranno questi enti. La volontà della Lega ha obbligato Tondo a mantenere lo status quo, istituendo una Commissione speciale che si è riunita infinite volte, ascoltato tutti e prodotto nulla. Ecco questi sono i danni causati dalla politica autoreferenziale e distante dalle esigenze dei cittadini e dell’economia. Le Province in molti casi sono intralci e intoppi burocratici che non producono servizi e allungano i tempi degli iter delle pratiche. Affrontare queste criticità è il dovere primario di chi ha responsabilità politiche.
Paola Schiratti
Capogruppo Misto Consigliera Idv
Provincia di Udine
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